La cassetta degli attrezzi

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…che sia entrato nelle classi, che abbia lavorato nella scuola almeno un anno o un mese, non importa. Ma vorrei che la scuola l’avesse vissuta da dentro, magari da precario. Come può questa signora legiferare obiettivamente su una materia che non conosce assolutamente?

E il testo del decreto non è ancora uscito…

Oggi poco dopo le 14 il nostro Parlamento ha approvato un decreto legge (che sarei curiosa di leggere, dato che sul sito del MIUR non è ancora apparso) in cui si annunciano novità per l’anno incipiente: voto in condotta per avvallare bocciature e medie scolastiche, educazione civica, voto numerico alle scuole di primo grado (elementari e medie) affiancato da giudizi esplicativi. Insomma un tuffo nel passato, nella scuola di 80 anni fa…  Con il 5 in condotta (che un tempo era 7) si verrà bocciati, senza passare dal via. E questo potrebbe andare anche bene se la scuola deve promuovere lo sviluppo della persona a 360° quindi non facendo riferimento solo a conoscenze, abilità e competenze. Passi anche l’educazione civica che però non si sa bene dove andrà posta, se sarà un insegnamento trasversale oppure delegato al solo insegnante di lettere e che era già contemplata sia dalla riforma Moratti del 2003 sia dalle nuuove indicazioni nazionali di Fioroni del 3 agosto dello scorso anno; semplicemente non si chiamava educazione civica, ma passava sotto definizioni diverse, molto più articolate e, forse, più chiare.

LA questione del voto numerico è complessa. Agli occhi dei più è un ritorno all’oggettività nella scuola. Secondo me è semplicemente un passo indietro, come ho già detto, un tuffo nella scuola degli anni Venti del ministro Gentile. Che il voto numerico restituisca oggettività mi può anche stare bene. Che sia un buon veicolo educativo non lo so. Si è parlato tanto della didattica legata alla personalizzazione dell’apprendimento, alla costruzione del processo insegnamento-apprendimento… la valutazione è parte integrante di questo processo e non può essere stravolta 2 giorni prima dell’inizio di un anno scolastico. 2 in tempestività, dunque, alla Ministra.

Cos’altro dire? Sono stanca di riforme dell’ultimo minuto!

Aspetto di leggere questo benedetto decreto legge. E mi sento vicina a quei due terzi di insegnanti elementari che rischiano il posto perchè la Ministra pensa di tornare al maestro unico…

E per completare… leggi qui

In data 18 marzo, cioè l’altro ieri, il nostro ministro Fioroni si degna di farci avere notizia sulle modalità di svolgimento dell’esame conclusivo del primo grado della scuola secondaria. Considerando le novità introdotte forse sarebbe stato il caso di far pervenire dei comunicati in tal senso ben prima! Con la circolare 32 del 14 marzo 2008, oltre alle prove diciamo canoniche, viene infatti confermata una prova di carattere nazionale che il ministro introduce così

La prova scritta a carattere nazionale prevista dalla legge n. 176/2007 è volta a verificare i livelli generali e specifici di apprendimento conseguiti dagli alunni. I testi della prova sono scelti dal Ministro tra quelli definiti annualmente dall’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di Istruzione (Invalsi). Con la Direttiva n. 16 del 25 gennaio 2008 se ne precisano finalità, contenuti e modalità per l’anno scolastico 2007-2008 nel quale la prova, una novità assoluta per il nostro sistema di istruzione, troverà attuazione secondo criteri di gradualità e flessibilità.

  1. FinalitàLa prova standardizzata all’interno dell’esame di Stato è un’opportunità per l’arricchimento della qualità della valutazione degli alunni. La citata direttiva prevede che la prova concorra ad integrare gli elementi di valutazione degli alunni, aiutando a verificarne i livelli di apprendimento. I criteri di incidenza e di peso della prova nazionale sulla valutazione complessiva in sede di esame di Stato, formalizzati nella seduta di insediamento della Commissione, sono rimessi alla autonoma determinazione della Commissione esaminatrice stessa.

    I risultati della prova concorrono, inoltre, alla conoscenza dei livelli di apprendimento di talune discipline conseguiti al termine del 1° ciclo dagli alunni sul territorio nazionale. Per l’anno scolastico in corso, tenendo conto del breve tempo intercorso tra l’emanazione della legge e la prima attuazione, la prova mantiene, naturalmente, un carattere esplorativo nella prospettiva di costruire, in collaborazione con le scuole e con i docenti, soluzioni a regime con compiuta validità scientifica.

  2. ContenutiL’impostazione e la struttura della prova nazionale si avvalgono della esperienza acquisita dall’Invalsi nelle rilevazioni nazionali e internazionali sugli apprendimenti, nonché della conoscenza delle prassi didattiche. Per l’anno scolastico 2007-2008 la prova nazionale riguarderà italiano e matematica, ad integrazione delle prove scritte già previste per tali discipline. La tipologia di prova scelta dal Ministro tra quelle predisposte dall’Invalsi ha le seguenti caratteristiche.

    La prova è divisa in due sezioni. La prima, che riguarda l’italiano è divisa in due parti: parte A – comprensione della lettura, ovvero testo narrativo seguito da quesiti; parte B – riflessione sulla lingua, serie di quesiti su conoscenze grammaticali. I quesiti sono sia a scelta multipla sia a risposta aperta. Nella seconda, che riguarda la matematica, si propongono quesiti a scelta multipla e a risposta aperta sulle seguenti aree: numeri, geometria, relazioni e funzioni, misure, dati e previsioni.

Ancora una volta entrano in gioco italiano e matematica. Insomma questo esame di terzo anno sta diventando peggio di un esame di maturità!? Mi chiedo: è corretto emanare a questo punto dell’anno indicazioni precise? Non sarebbe stato più opportuno che la comunicazione fosse più tempestiva in modo che si potesse effettivamente organizzarsi in maniera più concreta?

Nel blog di un’amica scopro che oggi è la giornata internazionale dei diritti dei consumatori e nello specifico questa giornata viene dedicata ad una raccolta di firme per bandire a livello internazionale la pubblicità e la vendita di alimenti non sani ai bambini. Utopia? Se guardo le fatidiche macchinette-distributore a scuola direi di si: patatine, cocacola, mars… però anche purea di frutta e succhi (che regolarmente rimangono al loro posto…). Clicca qui

Ma è possibile fare educazione alimentare anche dai banchi di scuola? Direi di si. Credo sia importante spronare i ragazzi a muoversi, quando possibile, anche a scuola, a mangiare verdura e frutta in mensa, a evitare pizzette e brioches traboccanti di crema ad ogni cambio dell’ora, preferire una partita a calcio o a basket giocate realmente piuttosto di ore interminabili davanti alla playstation a far giocare omini virtuali.

Sarebbe interessante, ad esempio nelle ore di storia, calcolare il dispendio energetico in termini di calorie che potevano avere gli uomini dell’età romana oppure del medioevo, o durante la rivoluzione industriale, paragonarla con quello medio di oggi e poi fare un raffronto sulle abitudini alimentari e sull’apporto calorico quotidiano di ieri e di oggi. I ragazzi scorprirebbero ben presto che un tempo si mangiava meno e si “spendeva” molto di più…

Se è vero che per far apprendere la lingua, la letteratura e la civiltà latina si dovrebbe permettere ai ragazzi di costruire un apprendimento legato alla concretezza, si potrebbe pensare di proporre un percorso riguardante la cucina dei Romani. Come già diceva Francesca in questo forum cucinare alla maniera di Apicio una o due pietanze potrebbe far scoprire ai ragazzi ma anche a noi insegnanti quanto distante fosse il modo di mangiare dei romani rispetto al nostro. Propongo qui due ricette che si potrebbero proporre come esperimento culinario ai ragazzi, rigorosamente in latino (Apicio De re coquinaria VII, IV)

Mi chiedo: è possibile unire l’apprendimento della lingua a quello dell’alimentazione corretta? E’ proponibile fare educazione alimentare anche prendendo in esame antiche ricette?

IV. Ofellae.

1. Ofellas Ostienses: [in ofillam] designas ofellas in cute, ita ut cutis sic remaneat. teres piper, ligusticum, anethum, cuminum, silphium, bacam lauri unam, suffundis liquamen, fricas, in angularem refundis simul cum ofellis. ubi requieverint, in condimentis biduo vel triduo ponis, surclas decussatim, et in furnum mittis. cum coxeris, ofellas, quas designaveras, separabis et teres piper, ligusticum, suffundis liquamen et passum modicum, ut dulce fiat. cum ferbuerit, ius amulo obligas. ofellas satias et inferes.

2. Ofellas Apicianas: ofellas exossas, in rotundum complicas, surclas, ad furnum admoves. postea praeduras, levas et, ‹ut› humorem exspuant, in craticula igni lento exsiccabis, ita ne urantur. teres piper, ligusticum, cyperis, cuminum, liquamen et passo temperabis, cum hoc iure ofellas in caccabum mittis. cum coctae fuerint, levas et siccas, sine iure, piper asperso, et inferes. si pingues fuerint, cum surclas tollis cutem. potest et de abdomine huiusmodi ofellas facere.

E per non disdegnare una versione fedele ma… italiana… Braciole alla ostiense

Per consultare il De re Coquinaria puoi cercare in The latin library oppure Intratext


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